domenica 17 marzo 2013

Ogni occasione è buona

Si avvicina la Pasqua e guardo tra le offerte delle uova di cioccolata. A parità di peso il prezzo varia in funzione del personaggio stampato sulla carta e a quanto pare la carta di Sponge Bob vale di più di quella dei Dinosauri (boh..., ma non è sempre carta e non è sempre cioccolata?). Quindi gli occhi mi vanno alla pagina delle uova nelle scatole giganti corredate di bambole o pupazzi o macchinette a prezzi esorbitanti e mi viene da chiedermi cosa c'entra tutto questo con la Pasqua vera, quella che si festeggiava a casa mia quando eravamo bambini. La risposta già la conosco, ma sembra che non urti la sensibilità di nessuno. Un consumismo sfrenato e illogico importato da un paese privo di tradizioni che proprio per questo non può avere considerazione o rispetto di quelle che incontra, ma che anzi usa mirate strategie per cancellarle. Così accade che i nostri bambini anziché ricevere doni solamente il giorno dell'Epifania, com'era nella bella tradizione italiana che aveva assimilato antichi riti pagani e poi cristiani, se li aspettino anche sotto l'albero di Natale per una consuetudine che non ci appartiene ed ora anche la mattina di Pasqua. In questa ricorrenza, la principale festività del Cristianesimo in cui i credenti celebrano la risurrezione di Gesù il terzo giorno dopo la sua morte sulla croce, e che in casa mia era per noi bambini occasione per festeggiare tutti insieme con una colazione speciale con uova sode, magari colorate, pizza al formaggio e salame, immagino già lo squallore del momento-tipo: l'ennesimo scarto del pacco, l'entusiasmo di un secondo davanti al nuovo-per-un-istante-e-poi-già-accantonato giocattolo o gadget e infine il non senso di un discorso abbozzato a tavola e non concluso per l'immancabile richiamo della tv. Auguri.

lunedì 11 marzo 2013

E i politici twittano...

Io plaudo alla novità dell'informatica nella gestione della cosa pubblica anche se pubblica amministrazione, partiti politici, persone al governo, Rai e giornali sono tutti talmente in ritardo rispetto al privato che mi viene da sorridere se penso che io ho messo le mani sulla mia prima tastiera nel 1988. Era un sistema per videoscrittura della Rank Xerox, di quelli con i flopponi che memorizzavano un paio di file ciascuno. Allora adesso guardo, consentitemelo, con avvilimento a questo andirivieni di post e cinguettii tra un personaggio e l'altro, a questa corsa all'apparire il più possibile giovanili nella tecnologia, quando i retroscena delle differenti impalcature li conosciamo tutti e bene (per non parlare delle pose con i cagnolini...) e mi domando se questa classe di dirigenti ridicoli può ancora pensare di rappresentarci e continuare a trattarci da imbecilli. Un circolo di decrepiti che cambiano i nomi dei partiti, i simboli dei partiti, g...li slogan dei partiti, i mezzi di comunicazione dei partiti in base a come soffia il vento. La gente è stufa di sentir parlare di MSI, Democrazia Cristiana, Partito Socialista? Troppi scandali? Diamoci una ritoccatina. Un'impronta ecologica e via ecco che come per incanto ci troviamo tutti nel giardino dei partiti tra garofani, margherite, rami d'ulivo... Grillo insiste con la storia di PD-L? E allora richiamiamoci Forza Italia. E con la stessa superficialità e il medesimo opportunismo ritenete che sia possibile assorbire cambiamenti epocali nel giro di una settimana. Pensate davvero di essere credibili? Sono costernata. Un'intera nazione in mano a una manica di incapaci e inetti in questo momento tutti affannati a domandare a destra e a manca cos'è un post o un twit, a capire come funziona e a che serve. Intanto il nostro Paese frana su sé stesso e questa marmaglia non riesce nemmeno a concepire quanto tutto ciò potrà impattare anche sulle loro ormai labili certezze.