giovedì 6 ottobre 2016

Al supermercato

Ho ricordi di una volta, del banco dei vignaioli al mercato rionale, del gentilissimo sor Vittorio - il vinaio, dell'alimentari sotto casa dove mamma mi mandava a prendere giorno per giorno il parmigiano grattugiato ben stagionato, l'affettato fresco e profumato per le merende del pomeriggio, il pane che durava diversi giorni.
Ho ricordi di tante persone che mi servivano senza le infinite precauzioni di oggi e non ho ricordi di infezioni o terrori di batteri o altro per mancanza di guanti o pinze varie.
Da tempo invece, ogni volta che mi aggiro tra gli scaffali e i banchi dietro ai quali si affacciano dipendenti in divisa elegante dotati di ogni ammennicolo utile a mantenere la sacra igiene, non posso fare a meno di domandarmi: da dove verrà veramente il maiale del prosciutto? Quale miscuglio assurdo di olii extracomunitari (che forse non hanno mai visto un'oliva) ci sarà nell'elegante bottiglia verde? Come può essere che tra i limoni esposti quelli dell'Argentina sono bellissimi e freschi e meno costosi di quelli italiani che sono tutti mosci? Che miscuglio di polvere di latte avranno usato per il formaggio di gomma "tipo Norcia"?
Ho ricordi della spesa di una volta e del fatto che quando si portavano a casa le buste non ci si sentiva così presi per i fondelli.

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